martedì 1 settembre 2009

una riflessione sul caso BASSOLINO (di Paolo Giacon)

Bassolino si, Bassolino no: ma in fondo a noi veneti cosa importa? Decideranno i napoletani ed i campani il destino politico del leader locale del PD: d’altronde ci siamo sempre battuti per un partito autenticamente federale. Questa volta pero’ non è cosi semplice perche’ Bassolino, ex ministro e dirigente nazionale del partito non è un Governatore come gli altri. Nella prima fase della sua carriera ha certamente raggiunto ottimi risultati a Napoli, ma in questi ultimi anni ha palesemente esaurito la sua carica innovativa. Lo dimostra la tensione ai massimi livelli tra Franceschini, che ad Ancona ha affermato con chiarezza e coraggio “Se saro’ confermato segretario saro’ contrario all’ipotesi di Bassolino al Comune di Napoli” e lo stesso Bassolino che sul suo blog ha replicato con sarcasmo ed un pizzico di arroganza “Anche le pulci hanno la tosse”. Bassolino si sente dunque un gigante, mentre la voce del Segretario Nazionale è bollata come un colpo di tosse dall’impatto minimo. Su una cosa dobbiamo dare tristemente ragione al governatore della Campania: in effetti l’ipotesi una sua ricandidatura a sindaco ed il proseguimento della sua carriera politica pesano come enormi macigni sull’immagine del Pd. Un problema gigante. Non solo per il partito partenopeo e campano, ma anche per il PD nazionale. Con la sua frase Bassolino voleva minimizzare l’importanza dell’avversario, ma in realta’ non ha fatto altro che sottolineare la valenza nazionale del suo destino politico. Se, infatti, il distacco tra l’elettorato ed il PD nelle ultime elezioni è aumentato non lo dobbiamo forse anche agli errori del PD campano? L’inaffidabile candidatura di Villari, la vicenda dei rifiuti, per i quali lo stesso Bassolino è stato a lungo commissario straordinario, gli scandali che hanno coinvolto la Giunta della citta’? E’ davvero arrivato il momento da parte della dirigenza nazionale di dire dei si e dei no. Non si tratta di intromettersi in questioni locali per favorire correnti o candidati, ma di riconoscere che alcune questioni locali, inevitabilmente hanno un pesante impatto a livello nazionale e che quindi è opportuna una regia politica di piu’ ampio respiro.
Forse avrebbe fatto comodo al candidato Franceschini flirtare con la potente corrente bassoliniana, assicurando poltrone in cambio di un sostegno strategico: tuttavia il coraggio, il senso della responsabilità e la coscienza della valenza nazionale dell’immagine del PD campano hanno prevalso. Inutile dunque prendere posizioni pilatesche o generaliste come quelle di Pierluigi Bersani, il quale, sostenuto e vincolato in Campania dalla corrente bassoliniana, ha dichiarato: ”Non posso essere io a dire sì o no su una presunta candidatura a sindaco di Bassolino: a decidere saranno i napoletani. Però io sono fautore di un processo di rinnovamento”. Bersani è un tipo tosto, ma dimostra in questa vicenda di non saper andare oltre la convenienza elettorale. Ci vuole piu’ coraggio in questo nuovo PD, come spesso ricorda Debora Serracchiani. E questo passa inevitabilmente attraverso dei si e dei no: la giusta rotta si trova in questo modo, altrimenti si rimane in balia di un difficile naufragio. In Campania, ma anche in Veneto

Paolo Giacon

Nessun commento:

Posta un commento